Curcumina e dolori articolari: la scienza ha trovato una correlazione
La curcumina è il principio attivo contenuto nella curcuma, la nota spezia derivante dalla pianta asiatica
La curcumina, per la stragrande maggioranza delle persone, è qualcosa di correlato alla curcuma, il noto ingrediente giallognolo con il quale diamo colore e sapore ai nostri piatti di gusto orientale. In realtà si tratta del principio attivo contenuto nella curcuma, la nota spezia derivante dalla pianta asiatica.
Dalla curcuma alla curcumina
La curcuma, per l’esattezza, è una pianta appartenente alla stessa famiglia dello zenzero. Si tratta di una varietà coltivata soprattutto nelle regioni tropicali e in India, dove se ne fa un grande uso. La pianta necessita di clima umido e alte temperature e viene allevata per estrarne le radici che verranno essiccate e macinate fino ad ottenere la classica polverina gialla che tutti conosciamo.
Questa spezia così saporita possiede interessanti proprietà benefiche, al punto da esser diventata uno dei principali ingredienti di integratori e prodotti vari per la salute, anche a livello cosmetico. Per l’appunto in uno studio dedicato alla curcumina nella gestione dei dolori articolari da inibitori dell’aromatasi è emerso come tale principio attivo sia di grande aiuto per la salute umana e oggi cercheremo di capire in che modo.
Da un punto di vista nutrizionale, tuttavia, questa spezia risulta essere parecchio calorica perché cento grammi di prodotto equivalgono a circa 350 chilocalorie. In particolare contiene almeno il 70& di carboidrati e solo in minima parte apporta lipidi e proteine. Ciò nonostante la scienza ritiene che possa essere inserita in qualsiasi regime alimentare equilibrato, grazie anche alle numerose proprietà benefiche derivanti dai principi attivi in essa presenti.
Le proprietà della curcumina
Non a caso è annoverata come potente anti-ossidante, ovvero come difesa delle cellule del corpo sottoposte a stress ossidativo. Al tempo stesso è anche un potente antiinfiammatorio, capace di agire contro il fattore responsabile dei processi infiammatori e dolorosi.
Per tali ragioni è studiata in ambito di trattamento e prevenzione di patologie infiammatorie come colite, pancreatite, malattie cardiovascolari e neurodegenerative, diabete, asma, psoriasi e persino cancro.
Infine avrebbe anche un ruolo prioritario sulla regolazione del microbiota intestinale, alterato da malattie metaboliche tutt’ora oggetto di studio. I primi studi sulla curcumina risalgono agli anni ’70 e, da allora, sono progrediti senza sosta sino ai nostri giorni.
La principale branca di studi riguarda la TNF, ovvero Fattosi di Necrosi Tumorale, che viene prodotta dal nostro organismo proprio per distruggere il dilagare di tumori. Chiaramente la questione è molto più complessa di come la stiamo esponendo ma, ad un lettore qualunque, interessato soprattutto alla salute personale, basterà sapere che si tratta di una vera e propria fonte di benessere.
Una delle sostanze più studiate al mondo
Tuttavia la curcumina è definita anche come scarsamente biodisponibile, il che significa che viene assorbita difficilmente dall’intestino e che il 60% delle quantità introdotte per via alimentare finiscono in gran parte nelle feci. Inoltre ha un metabolismo molto rapido, ragion per cui viene rapidamente processata ed eliminata anche attraverso la bile. Questo ostacolerebbe l’applicazione clinica di questa sostanza nonostante le sue grandi proprietà benefiche e curative.
Al giorno d’oggi la curcumina resta una delle sostanze più studiate al mondo ed anche un delle più controverse. Non è categorizzata come pericolosa ma sicuramente offre un alto potenziale di benefici che la scienza deve ancora esplorare. Per tali ragioni assumerla durante i pasti, come spezia o sottoforma di integratore può essere sicuramente una buona idea nel rispetto di una dieta sana e, in ogni caso, di un parere medico qualora si seguano particolari terapie.