Fiamme al Sud, sul Vesuvio arriva l’esercito
Sono passati tre giorni dall’incendio che si è scatenato alle pendici del Vesuvio, e qui le fiamme stanno ancora divorando ettari ed ettari di vegetazione: un incendio di natura quasi certamente dolosa, per il quale la Procura di Torre Annunziata (Napoli) ha aperto un’inchiesta. Per adesso, l’accusa è a carico di ignoti. L’esercito italiano è sceso in campo per fronteggiare le fiamme con quattro pattuglie, schierate tra San Sebastiano al Vesuvio ed Ercolano: le pattuglie hanno il compito di fornire aiuto e supporto alla popolazione civile, garantire una corretta viabilità (per quanto possibile) e fornire assistenza nel caso in cui sia necessaria l’evacuazione di parte del territorio.
Nonostante gli sforzi dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, è emergenza continua sul vulcano che domina Napoli: le fiamme sono difficili da domare, alberi e boschi continuano a bruciare. Il terribile incendio è alimentato dal vento, risulta perciò più difficile da spegnere. A subire i danni degli incendi non è solo la vegetazione alle pendici del Vesuvio: la Riserva degli Astroni e Positano – perla della Costiera Amalfitana – il Parco del Vesuvio, Ercolano, Boscoreale e Terzigno sono in fiamme, lì dove i roghi sono stati appiccati. I vigili del fuoco hanno individuato almeno otto inneschi, in una dinamica del malaffare che a Sud si ripete svariate volte: si appiccano gli incendi in vari punti, distanti l’uno dall’altro, in modo da disorientare chi deve intervenire. “Andremo a fondo in questa cosa: faremo di tutto per catturare i colpevoli“, ha detto il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.
Tre aerei Canadair, e squadre di Vigili del Fuoco da terra sono intanto al lavoro per spegnere anche i roghi di Torre del Greco, Ottaviano ed Ercolano. A Napoli gli incendi estivi non sono più un’emergenza, ma una sorta di evento atteso – e temuto, e prevedibile: “un pericoloso segnale di rifiuto della legalità” dice Antonio Gallozzi, direttore regionale di Legambiente.