Salute

I social possono far male alla salute mentale

Il loro uso passivo è stato analizzato su alcuni studenti

Ultimamente si parla sempre più spesso dei social e dell’influenza che hanno sulle persone e sul loro stile di vita. Ovviamente, tra i tanti, Facebook è quello più noto e preso di mira. Ed è proprio dai vertici del padre di tutti i social che, recentemente, è giunta una sconcertante ammissione riguardo ad un uso passivo e pertanto nocivo dei social. Una dichiarazione che il Times ha subito colto al balzo portandola sotto i riflettori.

L’uso passivo dei social può nuocere alla salute mentale degli utenti

Si tratta di un’ammissione di colpa senza precedenti che pone un po’ i social sotto una luce diversa rispetto a quella di cui hanno goduto fino ad oggi. Se negli anni si è sempre più affermata la consapevolezza che un uso improprio ed esasperato di Internet può contribuire nel creare uno stato di alienazione mentale, fino ad oggi i social erano rimasti da parte senza subire particolari colpe.

Situazione che da oggi potrebbe mutare per sempre.
A confermare il tutto c’è uno studio pubblicato dall’università del Michigan durante il quale un gruppo di studenti ha trascorso i week impiegando una decina di minuti al giorno su Facebook, il tutto senza interagire ma limitandosi a leggere. Al termine dei dieci minuti, privi di interazione sociale, il loro umore risultava sempre peggiore. Lo stesso direttore per la ricerca di Facebook, David Ginsberg ha ammesso che trascorrere del tempo assorbendo informazioni in modo passivo e senza interagire fa sentire peggio le persone.

Le ricerche, però, non si sono fermate qui. Secondo altri studi è emerso che l’uso dei social promuove una visione distorta della realtà dove la gente, spesso a caccia di like, mostra una vita ben diversa da quella che vive realmente. Il continuo assistere ai successi degli altri porterebbe gli utenti meno avvezzi alla finzione a sentirsi inadeguati con relativi cali dell’autostima. Un problema che se perpetrato nel tempo può portare ad episodi di depressione o al desiderio di isolarsi dal mondo.

I social ne escono quindi con un profilo non esattamente brillante, specie se si pensa che le persone trascorrono su Facebook molto più di dieci minuti al giorno e che al di là di qualche commento o di post autoreferenziali, il massimo dell’interazione consiste nel dare like e a foto e post degli amici virtuali. Tempo a cui va sommato quello speso su altri canali analoghi come, per esempio, Instagram, dove la situazione non è poi molto diversa.

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