Wikileaks svela Athena: il malware della Cia usato per rubare dati
È bufera in questi giorni per la pubblicazione, da parte di Wikileaks, di una serie di documenti che svelano il funzionamento di Athena, un malware capace di infiltrarsi nei computer con sistema operativo Windows 10, e di rubarne dati e informazioni. Secondo i documenti diffusi da Wikileaks, Athena sarebbe stato sviluppato dalla Cia in collaborazione con la Siege Technologies, una società che si occupa di cyber security, e che ha sede nel New Hampshire.
In una nota, la Microsoft si difende dagli attacchi sferrati da Wikileaks e afferma che “la vulnerabilità non è nostra”, che l’informazione secondo la quale Athena sfrutterebbe le vulnerabilità dei prodotti Microsoft sarebbe assolutamente falsa. Athena funzionerebbe dunque solo in un sistema operativo già compromesso, tramite un attacco portato avanti in altro modo.
Ma i documenti pubblicati da Julian Assange parlano chiaro: Athena sarebbe stato sviluppato a partire dall’agosto del 2015, appena un mese dopo il rilascio di Windows 10. Il malware sarebbe in grado di sottrarre dati da un PC, finito nel mirino della Cia, e di inviarli poi all’agenzia di intelligence americana; secondo Wikileaks, il malware sarebbe anche in grado di compiere operazioni sul PC della “vittima”, come ad esempio caricare file, o cancellarli. Athena sarebbe anche capace di camuffarsi e di sfuggire al tracciamento e all’individuazione da parte degli antivirus; e le sue capacità di manomettere e modificare i dati rendono il malware capace di costruire, potenzialmente, false prove contro il computer della vittima, caricando, ad esempio, file incriminanti e/o materiale pedopornografico.
Tutto questo, mentre globalmente infuria ancora la bufera fatta scoppiare dal virusa Wannacry, il ransomware che negli ultimi giorni ha messo in ginocchio i computer di vari Paesi del mondo. Wikileaks, pubblicando i dati di Athena, non fa che consentire alle aziende che creano prodotti antivirus di essere meglio informate, e di aggiornare i loro prodotti per spuntare al meglio le armi dei virus, e per debellare le vulnerabilità sfruttate dalla Cia. Tutto ciò, inoltre, contribuisce a formare un’opinione pubblica informata e maggiormente capace di difendersi.