Decreto Sblocca Cantieri: la priorità per le grandi opere in stallo
Oggetto del decreto Sblocca Cantieri è la modifica del preesistente testo unico dell’edilizia
È di qualche settimana fa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del cosiddetto Decreto Sblocca Cantieri (l. 32 del 18/04/19), approvato dal Consiglio dei Ministri e fortemente voluto per alleggerire gli obblighi procedurali e per classificare la rilevanza dei lavori in base alla pubblica incolumità. In esso sono contenuti anche i dettagli degli snellimenti dei cantieri di zone sismiche, soprattutto in materia di denuncia e collaudo.
Di cosa si occupa il decreto?
Oggetto del decreto Sblocca Cantieri è la modifica del preesistente testo unico dell’edilizia. Con riferimento speciale alle zone sismiche introduce importanti snellimenti sulle procedure di denuncia di inizio attività per la quale eventuali omissioni comportano l’arresto fino a tre mesi e un’ammenda fino a oltre mille euro a seconda dei casi.
Gli obblighi previsti rimangono gli stessi come la denuncia di inizio lavori e gli obblighi derivanti dalle norme che regolano i cantieri, tra cui la trasparenza dei contratti, la sicurezza dei lavoratori e le attività di regolare svolgimento dei lavori nel rispetto delle tecniche di lavoro a norma di legge e le operazioni di manutenzione gru, ponteggi, e di tutti i macchinari impiegati.
Introdotto il concetto di rilevanza
Il decreto, quindi, semplifica le procedure di deposito delle pratiche e effettua una classificazione degli interventi di tre tipi, cioè quelli rilevanti per la pubblica incolumità, quelli di minore rilevanza e quelli privi di rilevanza. Questa disposizione è valida sia per le zone sismiche che per tutte le altre aree del Paese.
Gli interventi di rilevanza sono quelli che riguardano le zone ad alto rischio sismico per costruzioni ex novo o di particolare complessità strutturale. I casi di minore rilevanza sono invece quelli che riguardano gli interventi di adeguamento in zone sismiche di livello tre. Questi coincidono con riparazioni, miglioramenti e interventi su costruzioni esistenti non complesse.
A seguire, gli interventi privi di rilevanza sono quelli che non costituiscono pericolo per la pubblica sicurezza per via della loro destinazione d’uso e la ridotta complessità di realizzazione. Per questi ultimi, infatti, non è più obbligatorio il certificato di collaudo che viene sostituito dalla dichiarazione di regolare esecuzione a firma del direttore dei lavori.
Silenzio assenso e beni culturali
Silenzio assenso e riduzione dei tempi previsti dalle precedenti norme sono adempimenti necessari a snellire le fasi burocratiche dei cantieri, laddove sussista un’alta rilevanza soprattutto per strutture di pubblica utilità e per beni culturali. Un intervento questo che dovrebbe sollecitare i cantieri fermi in molte aree del Paese colpite da terremoti e ancora ferme su gran parte dei lavori da ultimare.
Le opere ferme sono un grande problema delle aree sismiche colpite, per cui verrà potenziato anche il ruolo dei commissari straordinari che potranno agire in deroga alle leggi sugli appalti e contribuire a snellire i processi. Per i beni culturali il silenzio assenso previsto si verifica dopo risposte di attivazione superiori ai due mesi. Con questi anche le verifiche di impatto ambientale sono velocizzate e devono necessariamente concludersi con l’assenso dell’Amministrazione competente entro massimo 195 giorni.
Quali conseguenze apporterà il Decreto Sblocca Cantieri?
Il decreto prevede la possibilità di commissionare opere medie e grandi ad alta rilevanza che si trovano attualmente bloccate. Questo sarà possibile attraverso i commissari straordinari che potranno assumere l’avvio della prosecuzione dei lavori vigilando sulle condizioni di ripristino.
Resta da stabilire quali saranno considerate le opere urgenti, considerando che l’Italia “vanta” due paesi su tre a rischio idrogeologico e che le infrastrutture stradali sono finite sotto la lente dell’opinione pubblica a seguito del tragico crollo del Ponte Morandi di Genova.
Tutto sembra da rifare e stabilire gli interventi prioritari sarà il passaggio successivo dalla pubblicazione in Gazzetta del decreto Sblocca Cantieri. Il Mef ha già elaborato una mappa di priorità in cui figurano la Statale Jonica, la pista dell’Aeroporto di Firenze, la TAV Torino Lione, la Tav Brescia Padova, il Mose di Venezia, il Terzo Valico Genova Milano, la Gronda di Genova e altre opere. Con l’allegato Connettere L’Italia si vuole quindi lavorare principalmente sulle arterie stradali che necessitano di adeguamenti e messa in sicurezza di straordinaria urgenza.