Pensioni: Ape volontaria da maggio retroattiva
Hai 63 anni di età e 20 anni di contributi allora puoi accedere all'Ape volontaria
Pensioni nuove regole
Paolo Gentiloni presidente del consiglio ha firmato il Dpcm sull’Ape volontaria. E’ apparso su Twitter con foto mentre firma un comunicato della presidenza del consiglio. La decorrenza sarà da maggio ma con fare retroattivo. Sul documento si è potuto leggere: “Le persone che hanno maturato i requisiti tra il 1 maggio del 2017 e l’entrata in vigore del presente decreto possono richiedere, entro 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto, il pagamento di tutti gli arretrati maturati a decorrere dalla data di maturazione del requisito”. Per gli anni 2019-2020 il requisito anagrafico sarà adeguato alla speranza di vita ricalcolata secondo dati più recenti. Dato che questo adeguamento deve essere deciso entro quest’anno forse ai contribuenti conviene attendere un attimo prima di fare domanda. In questo modo avranno un quadro più chiaro sulla durata.
Come funziona
Al momento della domanda bisogna avere 63 anni di età, 3 anni e sette mesi di distanza dalla pensione di vecchiaia e 20 anni di contributi. Chi beneficerà dell’anticipo pensionistico volontario verserà una rata sulla pensione netta futura. La rata andrà da un minimo del 2% ad un massimo del 5-5,5% medio annuo. Il valore netto però sarà inferiore grazie al credito d’imposta previsto nella legge di Stabilità. L’obiettivo è quello di raggiungere un Taeg del 3,2%. Il lavoratore una volta ottenuta la certificazione della pensione futura sarà informato su banche ed assicurazioni aderenti. Sottoscriverà on line l’adesione e la quantità di Ape prescelta. Nel concedere il finanziamento si deve tener conto che l’importo massimo concedibile deve mantenere la pensione entro 1,4 volte il trattamento minimo. Per quest’anno l’importo è di 702,65 euro. La rata più eventuali altre rate non possono superare il 30% della pensione.
Prestito, durata e clausole
L’anticipo viene erogato in rate mensili, l’Inps all’età di vecchiaia erogherà la pensione al netto della rata di ammortamento. La rata include la restituzione del capitale, degli interessi e dell’assicurazione. Se prima di aver finito di pagare il prestito il pensionato muore non c’è problema. L’assicurazione pagherà il debito residuo. La reversibilità verrà erogata senza decurtazioni. Dopo 20 anni dal pensionamento, conclusa la restituzione, la pensione tornerà a normale livello. L’Ape volontaria interesserà per il 2017 circa 300.000 persone. Nel 2018 115.000. Questo significherebbe un afflusso di domande pari a 40mila richieste al mese. Essendoci già 4 mesi di ritardo si ipotizza che 160mila lavoratori siano in attesa di indicazioni per valutare l’opportunità dell’operazione.
Nodi da sciogliere
Devono essere ancora sottoscritte le convenzioni con L’associazione bancaria Italiana e l’Associazione nazionale per le imprese assicurative. La prima riguarda il prestito per i futuri pensionati la seconda la polizza che copre il debito residuo.
Via alla Rita
Partita l’Ape volontaria si dovrebbe dare via alla Rita. E’ una rendita integrativa temporanea anticipata. Non è altro che l’anticipo finanziato con l’eventuale capitale accumulato in una previdenza complementare. Non si tratta di un prestito ma bensì di una erogazione anticipata rispetto all’età di pensione di tutta o di parte della prestazione garantita dal secondo pilastro. Per questa non si devono avere convenzioni con banche ed assicurazioni. Il contribuente deve avere in mano però la certificazione rilasciata dall’Inps dei requisiti anagrafici e di decorrenza dell’assegno previdenziale. I requisiti di base sono gli stessi ma la Rita non prevede minimi e massimi.